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Home/News/Tuttimedici.com magazine: Rinoplastica senza tamponi - Respirare a pieno naso
Professor Mattioli, lei è stato il primo chirurgo al mondo a praticare la rinoplastica senza ricorrere a tamponi: al di là della valenza scientifica di questo fatto, quali sono i benefici per i pazienti?
"Ho iniziato più di 20 anni fa operando bambini, per i quali il tamponamento sarebbe stato insopportabile. I vantaggi per i pazienti sono rappresentati dal fatto che al risveglio il naso è perfettamente libero e non provano alcun senso di soffocamento. Con il tampone, e non ancora perfettamente coscienti, cercano istintivamente di respirare dal naso e, non riuscendo a causa dei tamponi, hanno brutte sensazioni, si agitano, tentano di togliere i tamponi o i cerotti, nel caso di rinoplastica, e spesso si creano situazioni di preoccupazione anche da parte dei parenti. Il tampone crea una compressione al fine di fare l'emostasi. Questo però comporta dolore e gonfiore, specialmente nel caso della rinoplastica. È necessario rimuovere il tampone: l'operazione richiede una medicazione in più, di solito parecchio dolorosa (molti pazienti hanno rinunciato in passato all'intervento proprio per la paura di sentire questo dolore). Attualmente l'intervento e il decorso post-operatorio sono completamente indolori! Il paziente può usare uno spray decongestionante e soffiare delicatamente il naso dal giorno stesso dell'intervento. Infine c'è da aggiungere che si tratta di un metodo più sicuro: il tampone, rimosso in prima o seconda giornata, lascia il lavoro del chirurgo in una situazione di scarsa stabilità, mentre le suture - che si riassorbono nell'arco di 20 giorni - danno molte più garanzie".
Chirurgia estetica e chirurgia funzionale: i pazienti si rivolgono a lei più per l'una o per l'altra?
"Quasi sempre per entrambi i problemi. È difficile vedere un naso esteticamente bello che respiri male o un naso per esempio storto o deformato con una normale funzionalità. Molto spesso, nella pratica, il paziente viene in ambulatorio per un problema estetico e nel corso della visita si evidenzia anche un problema funzionale che non pensava di avere, oppure viene per un problema estetico la cui risoluzione richiede una correzione della porzione esterna del naso".
Quali sono i quesiti che i suoi pazienti le pongono più frequentemente?
"La domanda classica è se l'intervento sarà doloroso. Poi richiedono sempre più un naso normale, non all'insù o che si noti che è rifatto. Vogliono respirare bene e sapere se dopo l'intervento possono andare al mare o esporsi ai raggi del sole. La mia risposta è sì: basta usare buon senso e non esporsi direttamente nelle ore più calde. Altra domanda che angustia i pazienti: il naso riprende la solidità di prima o è più fragile?".
Il naso caratterizza il volto. Quali strumenti utilizza per indirizzare il paziente verso la scelta più consona al proprio aspetto?
"Il naso occupa la parte centrale del viso e lo connota maggiormente. Modificando il naso possiamo avere un profilo curvo, oppure un profilo scavato o uno lineare regolare, che di norma è il nostro obiettivo. Di prassi, eseguo alcune foto direttamente nello studio che, trasferite sul computer, possono essere modificate con un programma di grafica. Ascolto quindi le esigenze del paziente e cerco di tradurle ispirandomi a criteri di bellezza oggettiva. Il paziente segue l'operazione ed esprime i suoi desideri, collaborando così alla creazione della sua futura immagine. Si producono più soluzioni finché non si trova quella che piace al paziente ed è al tempo stesso realizzabile. Faccio anche vedere l'iter di casi già risolti, in modo che possano rendersi conto di quanto sia vicina alla realtà la modifica da loro scelta. Il tutto, quindi, diventa frutto di un lavoro fatto insieme, che da al paziente una precisa immagine di come sarà il suo aspetto, con tutte le relative spiegazioni. Il mento è il punto di riferimento per la forma e il volume della punta del naso, mentre l'angolo naso-frontale ci per-mette di dare un'espressione dolce oppure severa, è un gioco di volumi, di forme e di proporzioni che riportano il viso all'armonia e all'espressività desiderate".
Negli ultimi anni abbiamo assistito a un autentico boom della chirurgia estetica: è tutto oro ciò che luccica o c'è qualcosa che secondo lei andrebbe regolamentato meglio?
"Di certo c'è stato il miglioramento delle tecniche e della qualità del lavoro, ma come in tutte le branche, anche qui si inserisce l'incompetente o il truffaldino che ne approfitta e non credo che una regolamentazione possa risolvere il problema. Il paziente quindi può solo prendere tutte le informazioni possibili anche via internet, pretendere spiegazioni e vedere cosa sa fare il medico. La cosa più importante rimane l'impressione che ha del medico dopo averlo consultato".
Un tempo, le cosiddette "orecchie a sventola" erano considerate un'autentica iattura: sono ancora molti i pazienti che si rivolgono a lei per un intervento di otoplastica?
"È vero, speciamente per i bimbi piccoli si tratta di un grosso problema, perché vengono derisi e presi giro dai coetanei. Le richieste sono aumentate con la moda della rasatura della testa e col fatto che l'intervento si esegue con l'anestesia locale ambulatoriale senza fasciature e chi ha i capelli lunghi non deve tagliarli, ma usarli per coprire la piccola medicazione applicata solo al margine posteriore dell'orecchio. Molti il giorno dopo vanno al lavoro".
In percentuale, sono più gli uomini o le donne a ricorrere alle sue cure?
"Sono ancora in maggioranza le donne, ma in funzione del fatto che spesso l'intervento è rivolto anche a ripristinare la funzionalità nasale. Però sempre più uomini, in particolare gli sportivi, mi richiedono l'intervento".
Sempre a livello indicativo: la maggioranza dei suoi clienti a quale fascia d'età appartiene?
"La nostra è una chirurgia che corregge disarmonie, se così si possono definire, legate a caratteri somatici ereditari che si manifestano durante e dopo lo sviluppo. I miei pazienti sono prevalentemente giovani, in una fascia d'età che va dai 18 ai 40 anni".